Il mercato e i torinesi. Un rapporto che tiene banco da sempre

I mercati sono una delle anime della città. Una città senza mercati è una città spenta. I colori, i profumi, gli aromi che si sprigionano dalle bancarelle rendono vivo un quartiere, e sono un luogo insostituibile di incontro e di socializzazione. Un patrimonio che va salvaguardato e valorizzato, anche attraverso gli opportuni interventi che sappiano renderlo accogliente e funzionale al commercio. Fino all’Ottocento, buona parte dei mercati cittadini erano specializzati a seconda delle merci trattate: oltre ai vari generi alimentari e di consumo, è curioso annotare che esistevano quelli dell’olio di noce, quelli del fieno e delle foglie di meliga e quelli dei bozzoli. Oggi, accanto ai mercati storici e più noti della città, convivono spazi realizzati recentemente per offrire anche nelle zone periferiche un servizio tra i più apprezzati dai cittadini; e, accanto ai prodotti locali, sempre più spesso appaiono merci e alimenti di paesi lontani, segno tangibile di una multiculturalità che sta investendo Torino e si riflette nel commercio ambulante, “specchio” fedele di una città in continua evoluzione.

Fonte : Tratto dalla brochure “I mercati di Torino l’anima della città” a cura del Servizio Centrale Comunicazione, Olimpiadi e promozione della Città di Torino.

 

Vivere i mercati, incontrare la città.
 

Gli oltre 40 mercati torinesi, una fitta rete commerciale che percorre la città in lungo e in largo, sono luoghi dove si può entrare in contatto con l’anima di Torino. Se quelli del centro – come Porta Palazzo, Palestro e Carlina – fanno quasi da collegamento naturale tra i monumenti della Torino romana e barocca, quelli della prima cerchia urbana – Crocetta, Madama Cristina e Svizzera – offrono interessanti aperture sulle bellezze dei rispettivi quartieri, dalla Galleria d’Arte Moderna alle nuove architetture che si affacciano sulla Spina. Anche i mercati più esterni – Racconigi, Foroni e Vittoria, ad esempio – e quelli periferici – come Pavese, Bengasi, Cincinnato e Brunelleschi – non mancano di attrattive, forti del contatto diretto con aree di grande interesse urbanistico o naturalistico, come quelle del Lingotto e della precollina.