In questi giorni sono in arrivo le comunicazioni di pagamento riguardanti le prime tre rate della raccolta rifiuti, ancora calcolate su base Tarsu, in attesa del saldo di dicembre che sarà su base Tares, di cui la Città di Torino ad oggi non ha ancora formalizzato i valori. A prescindere dai ventilati aumenti, il settore alimentare, e nello specifico quello di frutta e verdura, subisce un prelievo economico che, sebbene derivante dagli effettivi costi del servizio, pesa enormemente sulle economie degli ambulanti. Pur conoscendo altresì la delicata situazione economica del Comune (che ha respinto la richiesta Fiva di dividere in sei rate i pagamenti), non appare più sostenibile la semplice lamentela o gli incontri e le riunioni con la Pubblica Amministrazione, che negli anni precedenti non hanno portato alcun beneficio. Ora è il momento di agire in maniera diretta e realizzare sistemi alternativi.
Per tale ragione, Fiva Torino ha avviato da tempo un “tavolo di idee” con Ascom Confcommercio, Anva Confesercenti e Apgo (Associazione dei grossisiti ortofrutticoli del CAAT).
Dal tavolo è emersa la possibilità di avviare un progetto che punti ad abbattere i costi di Tarsu/Tares. Si tratta in breve di sostituire ed uniformare tutte le cassette di ortofrutta, passando dalla formula cartone/legno alla plastica. Le cassette in questo modo sarebbero lavabili e riutilizzabili ed il singolo operatore non dovrebbe far altro che richiuderle su se stesse e consegnarle presso il CAAT al successivo carico di merce.
Con questo sistema, che prevede fra l’altro anche un incentivo economico per gli operatori, si avrebbero le basi numeriche ed oggettive per richiedere un abbattimento dei costi alla Città, poiché le cassette non rappresenterebbero più un volume di scarto da trattare nel ciclo dei rifiuti.
Nelle prossime settimane il progetto sarà puntualizzato e presentato all’Amministrazione comunale, da cui ci augura una condivisione ed un sostegno.