Obiettivo: “Evidenziare agli interlocutori pubblici il ruolo che le imprese dei nostri comparti già offrono in termini economici ed occupazionali all’economia piemontese, ma soprattutto le potenzialità che esse sarebbero in grado di generare ove potessero contare su adeguate politiche di sostegno, tarate in funzione delle loro caratteristiche ed esigenze, al pari di altri settori economici, e alla luce delle scelte strategiche ed operative che tra fine 2013 ed inizio 2014 saranno adottate in merito alla prossima programmazione comunitaria”.
Così Maria Luisa Coppa, presidente di Confcommercio Piemonte, ha inteso sottolineare le motivazioni alla base del Convegno – Workshop tenutosi questa mattina nel “Salone Massena” dell’Ascom torinese ed organizzato per l’appunto, con il titolo significativo “Il contributo del settore terziario al rilancio dell’economia piemontese”, dalla Confcommercio regionale.
“Con questa iniziativa – ha ancora sottolineato la presidente Coppa – intendiamo in sintesi rafforzare l’azione politica di Confcommercio e Rete Imprese nei confronti della Regione, cui chiediamo adeguata attenzione per le nostre Imprese relativamente alla definizione dei Fondi strutturali europei su cui si decide proprio in questi mesi”.
Nel corso dell’incontro (cui hanno, fra gli altri, partecipato Mariano Bella e Fabio Fulvio – responsabili rispettivamente dell’Ufficio Studi e delle Politiche per lo sviluppo di Confcommercio Imprese per l’Italia – insieme a Ferruccio Dardanello, presidente Unioncamere Piemonte, e agli assessori regionali al Bilancio e al Commercio, Gilberto Pichetto Fratin e Agostino Ghiglia) è stato messo in evidenza come “anche in Piemonte si siano registrate tendenze di lungo periodo nella composizione settoriale del valore aggiunto e dell’occupazione nel senso di una sostanziale terziarizzazione dell’economia, in linea con quanto avvenuto nelle altre economie occidentali in diretta concorrenza con la nostra regione”.
E qui non a caso si è voluto ricordare, a sostegno del ruolo e delle potenzialità del terziario (commercio, turismo e servizi), che:
-in Piemonte, mentre la quota di valore aggiunto prodotta dall’industria e dall’agricoltura si riduceva tra il 2007 ed il 2011, passando rispettivamente dal 29,64% al 28,38% (industria) e dall’ 1,50% all’1,49% (agricoltura), il peso del terziario è aumentato, passando dal 68,85% al 70,12%;
-anche a livello di occupazione nella nostra regione l’affermazione del terziario è stata inequivocabile: dal 1993 al 2012 l’agricoltura ha perso 33mila occupati, l’industria ha perso 124mila occupati, la componente del commercio, turismo e servizi ha registrato un incremento di 272mila occupati (+64mila il commercio e il turismo);
-sempre in Piemonte, per quanto riguarda gli anni della crisi economica internazionale (2007-2012), il terziario ha registrato un saldo positivo degli occupati (+38mila), a fronte di una riduzione generalizzata nell’ambito del settore agricolo (-11mila) e industriale (-45mila).
-la stessa composizione del sistema imprenditoriale piemontese conferma una netta prevalenza delle imprese del terziario di mercato. I dati a giugno 2013 segnalano: 23,53% riconducibile al settore commerciale, 26,36% per gli altri servizi, 6,41% servizi di alloggio e ristorazione; industria al 9,88%, costruzioni 15,64%, agricoltura 12,80%.
“Alla luce di questi numeri – ha proseguito Maria Luisa Coppa – e del fatto che la stessa Commissione europea si è ripetutamente espressa per una strategia di sviluppo fondata sull’esigenza di promuovere la competitività di tutti i settori produttivi (e non solo del manifatturiero e dell’export, che da soli non bastano a garantire la ripresa) all’Ente regionale e alle istituzioni pubbliche, anche nazionali, chiediamo una coraggiosa politica per i servizi che si integri con la più consolidata e riconosciuta politica industriale”.
Una politica per i servizi (da intendersi, in senso lato, come commercio, turismo e servizi) riassumibile in sette punti:
1.la concorrenza rappresenta un importante fattore di sviluppo, ma deve essere sempre a parità di regole ed a parità di risorse, evitando sperequazioni a favore di soggetti in diretta concorrenza con altri;
2.l’innovazione – tecnologica, ma anche organizzativa – rappresenta un formidabile propellente di produttività aggiuntiva, anche nel terziario di mercato, da promuovere attraverso un apposito piano per l’innovazione del sistema dei servizi (commercio, turismo e servizi);
3.i processi di innovazione interni alle imprese vanno accompagnati da interventi sulle numerose criticità – anche di natura infrastrutturale – presenti nell’ambito territoriale di riferimento, che ostacolano lo sviluppo e la competitività delle imprese: da qui l’esigenza di riprendere ed approfondire il ruolo degli ambiti urbani, al cui interno opera il 70% delle attività del commercio, turismo e servizi;
4.le aree rurali e montane, nonostante le innegabili difficoltà (es. rischio di desertificazione commerciale), se adeguatamente valorizzate rappresentano un contesto ambientale idoneo per lo sviluppo delle imprese del terziario (è il caso dell’enogastronomia);
5.il turismo, come nessun altro settore, è in grado di assicurare un incremento netto di ricchezza per la nostra regione, con ricadute positive per l’intera economia. Si pensi, ad esempio, ai rilevanti benefici che potrebbero derivare da un programma continuativo nel settore congressuale: a beneficiarne non sarebbero solo le strutture ricettive, ma anche la ristorazione, il commercio e le imprese di servizi al turista;
6.tutte le imprese, indipendentemente dalle dimensioni e dal settore economico, devono essere messe in condizione di ricercare maggiore efficienza per meglio competere: non è necessaria una crescita dimensionale di tutte le imprese, ma occorre favorire soluzioni di aggregazione di gruppo e di distretto, di filiera e di rete;
7.particolarmente utile – e quindi da proseguire nei prossimi anni – per sostenere il processo di riposizionamento delle aziende risulta l’esperienza degli sportelli di consulenza e accompagnamento allo start up e/o allo sviluppo delle micro e piccole imprese.
Appello conclusivo della presidente Coppa:
“E’ necessario che le potenzialità del settore terziario (commercio, turismo e servizi) vengano riconosciute dalle istituzioni piemontesi a partire dalla prossima programmazione europea 2014-2020. I fondi strutturali europei rappresentano infatti per il Piemonte le uniche risorse pubbliche su cui le imprese del terziario di mercato potranno contare per mettere in atto quelle politiche di riconversione ed ammodernamento indispensabili per rimanere competitive nell’annunciata e tanto auspicata fase di ripresa. Si tratta di un’opportunità imperdibile, onde evitare conseguenze disastrose che rischierebbero di ridurre il Piemonte ad un’area economica marginale rispetto al contesto europeo col quale ci siamo da sempre rapportati.
Nel suo intervento il Vicepresidente della Regione Gilberto Pichetto Fratin ha dichiarato che “il Piemonte ha saputo in questi anni cambiare pelle e investire in una serie di attività rilevanti, che hanno permesso di sopperire alle perdite registrate nel tessuto industriale tradizionale. Il settore terziario è stato in questo senso determinante ed è sufficiente riferirsi ai numeri del comparto turistico per rendersi conto del significativo cambiamento messo in atto, soprattutto se facciamo un raffronto con i dati del passato. Il saldo, insomma, può considerarsi positivo e da qui bisogna ripartire per guardare avanti con più ottimismo in un’ottica di rilancio dell’economia regionale”.
L’Assessore Regionale all’Innovazione, Agostino Ghiglia, ha affermato che “la Regione sta predisponendo il POR (Programma Operativo Regionale) 2014-2020, che deve essere definito entro fine anno e su cui ci sarà concertazione con le parti sociali sulla base delle proposte che le stesse presenteranno. Le risorse, purtroppo, non saranno cospicue ma crediamo utile concentrarle su ricerca e innovazione, che oggi rappresentano le leve su cui puntare per ridare slancio al sistema produttivo regionale.
Il sistema delle PMI, anche per quanto riguarda il comparto del terziario, ha sempre svolto un ruolo trainante dell’economia piemontese, ma purtroppo ha pagato a caro prezzo gli effetti della crisi. Oggi si parla di una se pur debole ripresa e da qui dobbiamo partire per rilanciare la produttività e tornare ad essere competitivi sui mercati, risultati che non possono prescindere da investimenti mirati in innovazione, in particolare applicata a settori trainanti come ad esempio il turismo e i servizi di mercato”.
Da parte sua, Ferruccio Dardanello, Presidente Unioncamere Piemonte, ha infine sottolineato come “sia ormai sempre più evidente che, per uscire dal momento di crisi che stiamo vivendo, caratterizzato dal crollo dei consumi per la riduzione del potere d’acquisto delle famiglie, uno slancio imprescindibile deve arrivare dalla ripresa dell’occupazione, tanto nel settore manifatturiero quanto in quello dei servizi: alla pari degli altri settori economici, il terziario rappresenta infatti un settore nel quale è possibile creare ricchezza ed occupazione qualificata, a beneficio dell’intero sistema economico. Non è un caso, che da decenni i Paesi avanzati investano sempre di più nella modernizzazione del terziario. Le imprese dei servizi rappresentano un segmento fondamentale del tessuto imprenditoriale piemontese e purtroppo stanno scontando in maniera pesante gli effetti della crisi: per garantirne la sopravvivenza e dar loro nuovo slancio si rende quindi sempre più necessario agire concretamente, di concerto con le istituzioni e le associazioni di categoria”.