L’ultimo giorno utile per bloccare l’aumento dell’Iva sara’ venerdi’. Ma sullo scatto dell’aliquota al 22%, osteggiato sia da Pd che Pdl ma previsto gia’ per martedi’ primo ottobre, la partita e’ ancora tutta aperta. Il Consiglio dei Ministri che dovrebbe essere convocato immediatamente dopo il rientro del premier Enrico Letta dagli Stati Uniti (quindi con ogni probabilita’ proprio venerdi’ pomeriggio) sara’ infatti necessario prima di tutto per procedere con l’aggiustamento dei conti pubblici indispensabile per rientrare sotto il tetto del 3%. L’emergenza per il Tesoro e’ evidentemente questa, trovare 1,6 miliardi di copertura per rispettare i paletti di bilancio europei. Per farlo si procedera’ sulla strada dei tagli e delle rimodulazioni di spesa, anche reperendo risorse con poste interne al bilancio. Non e’ esclusa la carta di un aumento,
seppur minimo, delle accise, ne’ quella delle dismissioni, anche se per le privatizzazioni vere e proprie si dovra’ attendere la legge di Stabilita’. Gli effetti di vendite e cessioni sarebbero infatti difficilmente immediati e contabilizzabili sul deficit 2013. Oltre che sull’Iva, per la quale sarebbe necessario un ulteriore miliardo tutto da definire, il discorso rimane peraltro aperto anche sull’Imu. Il governo dovrebbe presentare il decreto con la cancellazione della seconda rata entro il 15 ottobre, in contemporanea dunque con la legge di stabilita’ in cui prendera’ forma la service tax. Ma l’impegno politico preso a fine agosto per la totale eliminazione anche della seconda tranche sembra cominciare a barcollare di fronte alla scarsita’ di risorse. La cancellazione potrebbe cioe’ non essere assoluta e riguardare la maggioranza dei proprietari, non la totalita’. Ad esplicitarlo e’ stato il responsabile economia del Pd, Matteo Colaninno: ”per il 2013 – ha detto – potrebbe essere un discorso serio dire che i soldi non ci sono, vanno trovati 6 miliardi e mezzo che non crei con la bacchetta magica. Possiamo pensare di riaprire la seconda rata dell’Imu”. Gia’ sulle modalita’ di copertura dell’acconto sono del resto emersi i dubbi della Corte dei Conti che ha espresso ”perplessita”’ sulla sanatoria per i concessionari dei giochi prevista nel dl Imu per coprire la cancellazione della prima rata, sottolineando ”le incertezze che circondano la realizzabilita’ del gettito” da 600 milioni associato alla nuova norma.