Una forte preoccupazione, ma anche fiducia nella volontà dell’Amministrazione Civica “di sapere debitamente tener conto, accanto alle logiche di bilancio ed alle valutazioni matematiche, del principio della sostenibilità e di quello dell’entità tariffaria già corrisposta da ciascuna categoria in relazione alla effettiva quantità di rifiuti prodotti”.

In ultima analisi, ove tale fiducia andasse delusa, la ferma volontà di mettere in atto tutte le iniziative possibili per tutelare le imprese del commercio e della somministrazione già da tempo messe in ginocchio “a causa della pesante recessione nei consumi delle famiglie” e sulle quali è dunque improponibile “appesantire ulteriormente, attraverso la Tares, il carico dei costi fissi” che gravano drammaticamente sulla possibilità di tenuta delle stesse aziende.

 Questo, in estrema sintesi, il contenuto della lettera inviata da Maria Luisa Coppa, presidente dell’Ascom torinese, agli assessori comunali, Gianguido Passoni (Bilancio) e Domenico Mangone (Commercio), nonché al sindaco Piero Fassino.

Non la prima missiva. Già nella scorsa primavera l’Ascom aveva infatti inviato una lettera similare e dai toni molto preoccupati sugli effetti della Tares a tutti i Sindaci della provincia di Torino.

Ora da via Massena si torna all’attacco, considerando che proprio nei prossimi giorni a Palazzo Civico si dovrà procedere alla puntuale definizione delle tariffe, sulla base dell’indirizzo generale già definito in Sala Rossa.

“Avevamo accolto positivamente – scrive la presidente Coppa – la volontà di confronto espressa dall’Amministrazione” in occasione di due precedenti incontri tenutisi, sull’argomento, a fine giugno e ai primi di luglio.

Incontri nei quali “ci erano stati esposti i vincoli di legge e le complesse valutazioni ‘matematiche’, ma in cui, a nostra volta, avevamo avuto modo di esporre con chiarezza tutte le difficoltà del settore nonché l’impossibilità per le aziende di reggere ulteriori incrementi, anche perché soggette (pur nel vecchio regime Tarsu) ad entità tariffarie in parecchi casi già a livelli superiori sul territorio nazionale, anche a Tia1 e Tia2, ed in alcuni casi alla stessa Tares già approvata”.

Se non che, agli incontri di giugno e di luglio, null’altro è seguito se non il silenzio. Dopo gli approfondimenti compiuti dagli uffici preposti, l’Ascom lamenta dunque il fatto che non sia stato organizzato alcun “confronto di merito specifico”.

“Siamo tuttavia certi – conclude Maria Luisa Coppa – che l’Amministrazione terrà in debito conto le nostre considerazioni, in larga parte condivise dagli stessi Amministratori”.

MA ATTENZIONE!

“Ove questo non avvenisse, non ci sentiamo di garantire l’impegno alla solvibilità delle nostre Categorie e ci vedremmo costretti ad assumere tutte le più opportune iniziative di lotta e di tutela delle aziende onde non comprometterne la possibilità di tenuta, con tutte le conseguenze di ordine economico, occupazionale e sociale, che potrebbero determinarsi”.