Pubblichiamo poco sotto, la presentazione della rassegna cinematografica collegata al progetto europeo Urbact Markets condotto dall’Assessorato al Commercio di Torino, cui partecipa anche Fiva.
Giovedì 10 e venerdì 11 ottobre 2013 Porta Palazzo, Tettoia dei Contadini.
La rassegna cinematografica sui mercati è finanziata con i fondi europei del Progetto Central Markets finalizzato a sostenere la rivitalizzazione dei mercati tradizionali e ad attirare l’attenzione delle politiche europee sui problemi del commercio su area pubblica. Assieme al Comune di Torino partecipano a Central Markets il Comune di Venezia, la Regione di Ustì (Rep. Ceca), le città di Pecs (Ungheria), Cracovia (Polonia), Bratislava (Slovacchia), la Camera di Commercio di Veszprem (Ungheria), e la Conservatoria delle Cucine Mediterranee”.
10 ottobre
Irma la dolce (titolo orig. Irma la douce) di Billy Wilder, con Shirley MacLaine, Jack Lemmon, Lou Jacobi, Herschel Bernardi, Hope Holiday (USA 1963, 142’)
Nestore, ex poliziotto, si innamora, ricambiato, di Irma, graziosa e minuta prostituta di quartiere, anzi del quartiere più vivo di Parigi, Les Halles, dove è nata dentro un furgone dietro il mercato del pesce. Con grande cruccio di Nestore, però, Irma non vuole abbandonare la “professione”. Per lei, infatti, è motivo di orgoglio mantenere Nestore con tutti gli agi possibili. L’ex poliziotto non è contento di questa decisione, anzi impazzisce di gelosia nei confronti dei clienti di Irma. Decide allora di usare uno stratagemma: per “limitare” l’attività professionale di Irma, si traveste da ricco e facoltoso lord e presto diventa il suo unico cliente.
Sfavillante farsa drammatica sul tema dello sdoppiamento e del travestimento ai vertici della filmografia di Billy Wilder, la pellicola è universalmente considerata uno dei maggiori omaggi cinematografici a Parigi e al suo cuore (o “ventre”, per dirla con Zola) pulsante, il mercato di Les Halles – che, sullo schermo, presenta non poche somiglianze, di struttura e atmosfera, con Porta Palazzo – trasposto negli studi Samuel Goldwyn Warner di Hollywood dalla magistrale ricostruzione di Alexandre Trauner, definita “più vera del vero”, considerata il capolavoro del grande art director di origine ungherese, che da sola vale la visione del film.