Nell’ambito della settimana che porterà alla giornata di mobilitazione contro l’illegalità e l’abusivismo dell’11 novembre, Confcommercio, dopo l’indagine sui consumatori, ha realizzato, sempre in collaborazione con Format Ricerche, un’indagine sul sentiment delle imprese del terziario nei confronti dell’illegalità, della contraffazione e dell’abusivismo. Quattro imprese su cinque (l’82,4%) si ritengono danneggiate dall’azione dell’illegalità e dai meccanismi commerciali fuori dalle regole, fenomeni che sono più accentuati nel Centro e nel Sud Italia. Oltre un terzo delle imprese (il 34,9%) segnala l’acuirsi dei fenomeni illegali rispetto a tre anni fa nel territorio in cui opera; per il 75,3% degli imprenditori del terziario l’azione dell’illegalità, in tutte le sue forme, genera concorrenza sleale o riduce i ricavi e il fatturato per mancate vendite; il 66,4% delle imprese ritiene che la crisi economica stia favorendo l’acquisto di prodotti e servizi illegali; per oltre il 70% degli imprenditori il motivo principale dell’acquisto di prodotti o servizi illegali è di natura economica. Tra i meccanismi commerciali fuori dalla regole ritenuti in qualche modo più gravi e pericolosi, le imprese del commercio, del turismo, dei servizi e dei trasporti indicano soprattutto la vendita di prodotti e servizi senza le necessarie autorizzazioni. Il lancio di campagne di comunicazione e sensibilizzazione verso i consumatori (64,2%) e l’attivazione di iniziative che coinvolgano tutti i soggetti interessati (61,8%) sono le azioni ritenute più efficaci da parte delle imprese per combattere i fenomeni che alterano la concorrenza e inquinano il mercato; per l’83,2% delle imprese del terziario i controlli attualmente in atto per la repressione dei fenomeni illegali non sono efficaci; per quattro imprese su cinque le sanzioni previste, sia contro coloro che producono/vendono prodotti o servizi illegali che contro coloro che acquistano prodotti o servizi illegali, sono insufficienti.