La Commissione Bilancio della Camera ha chiuso l’esame degli emendamenti segnalati dai gruppi e delle proposte delle commissioni parlamentari. Approvati una decina di emendamenti: tra questi quello per la mobilità del personale nelle società a partecipazione pubblica (escluse le quotate) e quello per l’abolizione del bollo fisso di 34,20 euro su conti correnti e conto titoli. Restano da esaminare gli emendamenti del governo e quelli del relatore, che dovrebbe anche presentare una nuova proposta. La seduta riprende alle 12,30 di oggi, per chiudere i lavori in giornata e mandare la manovra domani all’aula di Montecitorio. La maratona notturna della Commissione Bilancio, intanto, ha suscitato più di un malumore. La difficoltà di trovare un equilibrio è stata dimostrata dal  ritardo di 12 ore nella presentazione degli emendamenti, slittata da sabato sera a domenica mattina. Sul Fondo taglia cuneo fiscale, l’equilibrio è stato trovato prevedendo che le risorse che arriveranno da spending review e da lotta all’evasione siano suddivise in due parti uguali per la riduzione delle imposte: da una parte a favore di imprese (Irap sul lavoro) e autonomi, dall’altro i lavoratori dipendenti e i pensionati. Sempre sul fronte del lavoro, arrivano 950 milioni di euro per tutelare 17.000 esodati fino al 2020. Non ha sollevato obiezioni neanche la norma per favorire la costruzione di nuovi stadi o la ristrutturazione di quelli esistenti: verrà adottato il “modello inglese”, dando cioè la possibilità al costruttore di edificare attorno allo stadio degli edifici commerciali connessi, ma escludendo la costruzione di case o quartieri residenziali. I malumori sono arrivati con la norma sulle spiagge, con una sanatoria dei contenziosi sui canoni demaniali a favore di circa 300 aziende medio-piccole: con il 30% si chiude la vicenda, o con il 70% se rateizzato in 9 anni. Non è invece entrata la norma sul rientro dei capitali dall’estero, la cui bozza è circolata nei giorni scorsi: L’emendamento sul Fondo taglia tasse prevede però la possibilità di entrate “una tantum”, il che fa pensare non tanto a uno nuovo “scudo” in stile Tremonti quanto a un possibile accordo con la Svizzera. Soddisfa la maggioranza invece l’emendamento del governo in favore del comparto sicurezza (100 milioni), annunciato dal vicepremier Angelino Alfano in persona. Attesa anche la norma che copre il “buco” da oltre 20 miliardi dell’Inps dovuto all’incorporazione dell’Inpdap e dei suoi debiti. Ed apprezzato il nuovo “bonus bebe’”, voluto dal premier Letta. Destano invece malcontento i numerosi emendamenti che distribuiscono soldi “a pioggia”, a causa delle rimostranze dei deputati che hanno visto escludere le loro proposte dai benefici. Il nodo più delicato rimane la nuova versione della Tobin tax, con l’emendamento bipartisan a prima firma Luigi Bobba (Pd) che amplia la platea a tutti i derivati, pur abbassando l’aliquota (da 0,2% a 0,01%).