(La Repubblica ed. di Torino)

“Sì c’è qualche segnale di ripresa”, dice l’Ascom di Torino. Ma la maggior parte dei negozianti prevede “un Natale con segno “meno” davanti”. Tutti incrociano le dita: dopo due settimane di vendite piuttosto bloccate, lo scorso weekend i registratori di cassa hanno lavorato molto e ieri le strade del centro e le grandi aree commerciali brulicavano di persone a caccia di regali. Anche perché si tratta di “un rito che comunque resiste, nonostante la sempre maggiore oculatezza negli acquisti e i budget sempre più ridotti” come sottolinea Maria Luisa Coppa, presidente dell’Associazione commercianti.
Pochi giorni fa l’indagine dei “cugini” di Confesercenti aveva dato un esito simile, ma aveva indicato tra i settori più promettenti il comparto degli alimentari. L’Ascom è invece più scettica sugli affari in questo settore: in gastronomie, pastifici, pasticcerie il numero di clienti resta quello dell’anno passato ma scende il “peso” dei loro scontrini, di un 510 per cento rispetto a Natale 2012. I prodotti più gettonati? Agnolotti, carni piemontesi, vini e spumanti locali, cioccolato e gianduiotti, pandoro e panettoni artigianali (soprattutto quelli al cioccolato, con la frutta o con i marroni). Ma nell’elenco c’è pure una versione italiana del caviale “Beluga Siberian”, che costa il 3040 per cento in meno di quello straniero: per chi tiene contro della crisi, insomma, ma proprio non può fare a meno delle uova di storione.

Secondo l’Ascom uno dei settori più in difficoltà è quello dei mercati: “Tre giorni di forzata chiusura per lo sciopero dei “forconi” hanno messo in ginocchio la categoria” evidenzia l’associazione. Le cose vanno un po’ meno peggio nell’abbigliamento, che “intravede qualche segnale di ripresa, però non sarà sufficiente a evitare un meno 5 per cento rispetto a dicembre 2012”. Anche qui il discorso è lo stesso: la gente entra ed esce dai negozi ma spende meno.
Esistono poi comparti che non si lamentano più di tanto. Le gioiellerie, per esempio, prevedono vendite “in linea con quelle dell’anno scorso”, come dovrebbe accadere pure nei negozi di giocattoli, in cui i clienti stanno riscoprendo soprattutto i giochi di società. Mentre c’è chi spera in un rush finale: per ora nelle profumerie si parla di un calo che in alcuni casi arriva fino al 1520 per cento (con i prodotti di prezzo medio che vanno per la maggiore), mentre i librai puntano sugli ultimi due giorni.

L’indagine dell’Ascom racconta poi di un mercato delle telecomunicazioni che non conosce crisi, grazie ai richiestissimi tablet e smartphone, mentre le tv si vendono meno. Meglio non esagerare con le spese troppo alte, pensano in tanti.

Infatti le agenzie di viaggi sono assai in difficoltà: il loro giro d’affari si è ridotto di un quarto rispetto a due anni fa, anche perché sempre più persone scelgono il “fai da te” online. Dove vanno i pochi torinesi in partenza? Nelle capitale europee, soprattutto Parigi, Londra e Vienna, seguite da Praga, Budapest e Istanbul, ma stanno riscoprendo pure il Mar Rosso e le Canarie, senza dimenticare neppure le città d’arte italiane.