Anche i commercianti del Piemonte parteciperanno numerosissimi alla manifestazione promossa da Rete Imprese Italia per il prossimo 18 febbraio a Roma. In questi giorni Confcommercio e Confesercenti Piemonte (le due associazioni dei commercianti che insieme a quelle artigiane costituiscono Rete Imprese Italia) stanno raccogliendo le adesioni fra gli operatori del commercio, del turismo, dei servizi e dei trasporti: adesioni che ad oggi hanno superato le tremila. Lo slogan della manifestazione recita: “Senza impresa non c’è Italia – Riprendiamoci il futuro”. “Il senso della manifestazione – spiega Maria Luisa Coppa, presidente di Confcommercio Piemonte e di Rete Imprese Italia del Piemonte – è proprio questo: il mondo dell’impresa diffusa rappresenta il tessuto produttivo dell’Italia. Dal futuro di questo sistema dipende il futuro del Paese. Per questo, le imprese vogliono esprimere il loro più profondo disagio per le condizioni di pesante incertezza in cui sono costrette a operare e soprattutto chiedere una decisa svolta nella politica economica del governo”. “Con questa iniziativa – dice Antonio Carta, presidente di Confesercenti Piemonte – vogliamo sottolineare che le nostre imprese non possono più sopportare oltre una pressione fiscale fuori controllo, una burocrazia vessatoria e inefficiente, una tassazione locale iniqua a complicata. Problematiche che vanno affrontare e risolte subito: ne va non solo della sopravvivenza delle nostre imprese, ma anche della tenuta sociale del Paese”. Ma le imprese a Roma non si limiteranno alla protesta e avanzeranno proposte concrete: riduzione dei costi dell’apparato pubblico, regole sul lavoro più flessibili, diminuzione della pressione fiscale, accesso al credito più facile e meno costoso. “Chiederemo con forza – spiegano Maria Luisa Coppa e Antonio Carta – che si tolgano vincoli e costi che pesano sul lavoro per poter assumere i giovani che le banche comincino a ragionare e ad investire sull’economia reale e che lo stato saldi i suoi debiti con le imprese. E’ ora di dire ‘basta’! Si continua a infierire su imprese ormai esanimi per il perdurare di una crisi senza precedenti, mettendole quasi ‘alla berlina’ sul tema degli scontrini ‘irregolari’ che per altro non sono indice di illegalità fiscale e non si fa nulla per agire su una fiscalità che arriva ormai al 60% e che porta alla chiusura di un numero in costante aumento delle nostre aziende e di drammi esistenziali ormai all’ordine del giorno”