“Con l’uso della moneta elettronica si accresce la propensione ai consumi”, ma “l’imposizione per legge dell’ obbligo non è lo strumento migliore, perché andrebbero risolte le problematiche che oggi impediscono o rallentano l’uso dello strumento: i costi, il noleggio e la manutenzione dell’ hardware, e gli oneri bancari collegati alle operazioni”.

Lo ha affermato Lino Stoppani, vicepresidente di Confcommercio, durante un’audizione nelle commissioni riunite Finanze e Attività produttive alla Camera, nell’ambito della discussione di tre risoluzioni sulla revisione della disciplina che riguarda l’obbligo di accettare pagamenti mediante carte di debito e misure a sostegno del commercio elettronico.

Inoltre, ha aggiunto Stoppani, “il tema delle frodi è diffuso” e non va sottovalutato il problema della “gestione della carta di credito nei casi di blackout o malfunzionamento, nei giorni di maggior flusso commerciale”.

Stoppani ha poi precisato che in Italia ci sono più di un milione di Pos e “in Germania 720”. Però “bisogna capire perché il sistema non viene utilizzato come potenzialmente potrebbe”. Il provvedimento sull’ uso della moneta elettronica, in ogni caso, “crea confusione e incertezze e rischia di far chiudere tante attività collocate in zone periferiche”.

Secondo Confcommercio bisognerebbe invece “sostenere la promozione di piattaforme efficienti, riducendo l’intermediazione tra consumatori e commercianti”. Per Stoppani è necessario mettere dei “vincoli alle commissioni interbancarie”, basandosi sulle proposte europee (max 0,30 per le carte di credito e 0,20 per quelle di debito). Inoltre l’ obbligo del Pos andrebbe introdotto “gradualmente”, prevedendo delle “fasce di esclusione” a seconda del fatturato.