(Da Cittagorà)

I commercianti del mercato ittico di Porta Palazzo si riuniranno in cooperativa e prenderanno in carico una parte del mercato (quella meno deteriorata dalle perdite d’acqua), mentre il Comune di Torino risistemerà l’altra parte e poi si sceglierà un gestore che vi apra un ristorante con terrazza sulla piazza specializzato in pesce.

Sembrerebbe la soluzione dei problemi di Comune e commercianti e non è un libro dei sogni, ma neppure un progetto definito, per ora sono ipotesi, che prendono forma incollando pezzi di discorsi, di proposte e controproposte emerse dagli incontri tra commercianti e assessorato al commercio, tra commercianti e Commissione consiliare Commercio, tra commerciante e commerciante. Ragionamenti in corso dunque, anche se la proposta chiara e netta di consorziarsi e assumersi l’onere delle manutenzioni ordinarie e straordinarie del mercato i Commercianti l’hanno ricevuta e non l’hanno respinta.

È in questo quadro che la Commissione Commercio, presieduta da Giovanni Ventura, ha effettuato nella mattinata del 23 aprile, un sopralluogo presso il mercato ittico dove uno degli imprenditori, Domenico Di Mola, li guida attraverso la struttura e i suoi molteplici problemi.
Il più importante sono le infiltrazioni d’acqua che dagli spazi di vendita del piano terreno raggiungono il piano sotterraneo, con le celle frigorifere. L’Asl ha già chiuso una parte di quel piano e i commercianti hanno dovuto spostare le celle e ridurre gli spazi di lavorazione del pesce: poche decine di centimetri quadrati dietro il banco, se sei di corporatura robusta neppure ci passi.

Poi c’è la grande serranda che dà accesso al sotterraneo: è aperta giorno e notte i commercianti non hanno mai potuto usarla. Ogni mattina, denunciano, trovano sgradevoli e antigeniche testimonianze di intrusioni serali e notturne; senza contare il rischio di vedersi rubare bilance, registratori e altro materiale di valore.

“Non c’è acqua e non ci sono gabinetti in piazza Repubblica – lamenta un altro imprenditore – chiunque entra qui e apre le manichette dell’acqua usate per la pulizia del mercato e sfonda le porte dei gabinetti: l’anno scorso le abbiamo cambiate quattro volte”.
Erano diciotto, oggi sono otto i commercianti e uno ha già annunciato la propria partenza entro settembre: aprirà una pescheria sull’altro lato della piazza.
Sì perché alla piazza, questa piazza, non si può rinunciare: è un posto unico in Europa, è un posto dove alcuni di loro lavorano da quarant’ anni: una radice che non si può recidere. E su questo punto sono tutti d’accordo, Comune e commercianti. Sul resto si discuterà.
Al sopralluogo hanno partecipato anche un avvocato e una commercialista di fiducia dei commercianti per avviare nei prossimi giorni una trattativa con l’assessorato: quale parte del mercato il Comune lascerebbe ai commercianti, in quale stato e a quali condizioni economiche? E loro, i commercianti, troveranno al loro interno l’accordo per avviare la cooperativa o il consorzio?

Il rilancio del mercato ittico e l’evoluzione di Porta Palazzo in direzione di attività legate al consumo di cibo in grado di attrarre turismo e nuovi clienti è un progetto generalmente condiviso, per questo Ventura rassicura sul sostegno della commissione commercio e dunque del Consiglio comunale: trovate l’accordo con l’assessorato e noi manderemo avanti la delibera.
Quanto ai commercianti, hanno ancora più fretta di quanta non ne abbia il Comune di rilanciare questo inefficiente e costoso mercato (400.000 euro di manutenzioni negli ultimi quattro anni). Per loro l’incubo è l’Asl:” se vengono di nuovo e ci chiudono, addio accordi, progetti e cooperative, si fallisce e basta”.