Prudenti ma fiduciosi che “le famiglie torinesi non rinuncino a festeggiare, sia pure in modo molto
oculato, il prossimo Natale”. Questo lo stato d’animo dei commercianti torinesi, che emerge da un’indagine realizzata dall’Ascom sulle prospettive e le attese in vista delle prossime feste natalizie. Tra i settori che meno dovrebbero patire i ‘venti di crisi’, si segnala quello alimentare: “tutti i commercianti interpellati concordano sul fatto che a trionfare sulle tavole dei torinesi sara’ anche quest’anno la tradizione con i prodotti del territorio e rigorosamente ‘made in Italy’. La clientela non dovrebbe ridursi di numero pur prevedendo una generale diminuzione del valore medio degli scontrini”. Per quanto riguarda, invece, l’abbigliamento, uno dei settori più in sofferenza,
dall’indagine emerge che “il commercio tradizionale, nel primo semestre dell’anno, ha perso meno della Grande Distribuzione Organizzata” e questo, dicono gli operatori, “ci fa ben sperare per le vendite di fine anno, dopo un ottobre da considerarsi come il peggiore degli ultimi dieci anni”. ‘Moderato ottimismo’ si registra in settori come le telecomunicazioni “in modo specifico per quantoriguarda tutto il mondo della telefonia e i suoi collegati, come l’i-phone, ipod, ipad e tablet. Il mercato dell’alta fedeltà è, invece, per gli alti costi, ridotto ad un prodotto sempre più di nicchia” e per la gioielleria si rileva, “è ancora presto per azzardare previsioni di vendita”. Prudenza è la parola d’ordine anche per quanto riguarda le vendite di giocattoli, che si spera restino in linea con il
Natale scorso. Infine, speranza di realizzare le stesse vendite dello scorso anno, anche per i libri ed i viaggi. “Sarà anche questo per i nostri operatori – osserva la presidente dell’Ascom torinese, Maria Luisa Coppa – un Natale da affrontare in modo diverso, con la consapevolezza chiare dei
forti momenti di difficoltà, che vivono le famiglie e che si fanno pesantemente sentire sui consumi, ma anche con la ferma decisione a giocarsi tutte le carte possibili per farcela”.

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