Pubblichiamo l’intervista de La Repubblica alla Presidente di Ascom Torino, Maria Luisa Coppa.

 

(Erica Di Blasi)

“Per combattere l’evasione fiscale, bisognerebbe innanzitutto diminuire le tasse”. Maria Luisa Coppa, presidente dell’Ascom di Torino, commenta così i dati dei controlli della Guardia di Finanza nel 2014. Secondo le Fiamme Gialle, quasi un commerciante piemontese su tre non emette lo scontrino. Il trend è però in leggera discesa.

E’ un’immagine che rispecchia la realtà?

“Se i dati sono questi, certo non li contesto. Mi sembra però strano che siano sempre gli scontrini dei commercianti a uscire quando si parla di evasione. Si parla puntualmente di piccole imprese, ma non delle multinazionali. Come mai? I controlli vengono effettuati anche nei loro confronti? Se comunque da parte dei commercianti ci fosse tutta questa evasione, la situazione sarebbe diversa…”.

Ovvero?

“Le piccole imprese stanno morendo, una dopo l’altra. E’ un dato di fatto. Nessuno prospera alle spalle dello Stato. O almeno non parliamo di grandi numeri. Ciò non toglie che l’evasione fiscale vada sempre condannata”.

Ci può essere una soluzione?  

”Sarebbe una buona cosa arrivare a una tassazione più ragionevole, in linea almeno con la media europea. In Italia si è invece ormai attestata al 63 per cento, ma ci sono altri Paesi del Vecchio Continente dove è addirittura di 20 punti in meno. E’ una dato di fatto. Fino a quando la pressione fiscale continuerà ad aumentare, per alcuni l’evasione fiscale sarà l’unico metodo per sopravvivere. Con questo non voglio dire che siano da giustificare. Ma da una parte abbiamo scontrini non emessi dai bar, per pochi euro, un gelato, una bibita, dall’altro l’attività delle multinazionali attorno a cui girano milioni e milioni. Ecco per quest’ultimo settore i controlli sono stati fatti? E qual è il risultato? C’è poi un altro aspetto che va considerato. Sulla categoria dei commercianti, in tema di evasione, c’è anche un’onta non indifferente che pesa”.


Quale?

“Per gli evasori le conseguenze sono pesanti. Bastano 3 o 4 euro di scontrini non emessi per far scattare in alcuni casi anche la chiusura dell’esercizio. Non credo che gli imprenditori siano insensibili a questo aspetto. I danni sono rilevanti.  Ecco perché la stima della Guardia di Finanza mi stupisce. Tra i nostri iscritti vedo una forte consapevolezza del fatto che lo scontrino è parte integrante dell’attività lavorativa. Torno a ribadire, come per risolvere il problema non ci sia che una soluzione. Introdurre una tassazione più leggera E in quel caso sono anche d’accordo a inasprire i controlli contro gli evasori. Oltre a cancellare il fenomeno, si otterrebbe anche un altro risultato. Evitare che complice la crisi, tante attività, come purtroppo accade oggi, siano costrette a chiudere perché non ce la fanno più”.parte integrante dell’attività lavorativa. Torno a ribadire, come per risolvere il problema non ci sia che una soluzione. Introdurre una tassazione più leggera E in quel caso sono anche d’accordo a inasprire i controlli contro gli evasori. Oltre a cancellare il fenomeno, si otterrebbe anche un altro risultato. Evitare che complice la crisi, tante attività, come purtroppo accade oggi, siano costrette a chiudere perché non ce la fanno più”.