Peggiorano i conti pubblici a luglio, ma dall’economia arrivano i primi segnali positivi che sembrano suggerire una ripresa ormai dietro l’angolo. Per quanto riguarda i primi, nel mese scorso si è registrato un peggioramento di circa 10 miliardi, in parte dovuto a differenti scadenze tecniche: il fabbisogno è infatti di 8,8 miliardi contro un avanzo di poco sotto ai 2 miliardi del luglio 2013. A conti fatti il dato cumulato mostra che nei primi sette mesi dell’anno il ”deficit di cassa” si avvicina ai 51 miliardi, quasi il doppio dei 27,2/27,4 miliardi del 2012. Il Tesoro spiega comunque che questi dati sono in linea con le previsioni annuali e che risentono di molti aspetti: ad esempio le risorse pagate per il fondo Esm, quello salva-Stati, e per l’aumento di capitale della Banca Europea per gli Investimenti. Poi ci sono nel mese differenti scadenze tecniche: considerando giugno e luglio, cioè i due mesi delle dichiarazioni dei redditi delle persone e delle imprese, si registra un avanzo di 5,3 miliardi, certo più basso di 2,3 miliardi rispetto allo scorso anno, ma sempre un avanzo. Maggiori rimborsi, rinvio dell’Imu, spese degli enti pubblici per pagare i debiti: tutto ha influito a peggiorare i conti. Ma arrivano dall’economia reale segnali che il peggio è passato. La ripresa, almeno quella che si basa su una crescita del settore manifatturiero, appare dietro l’angolo. Per la prima volta negli ultimi due anni l’indice Pmi, che misura la propensione dei direttori acquisto del settore manifatturiero, è tornato a salire. E soprattutto è passato dal 49,1 al 50,4%, un valore che segna che la svolta – la famosa luce in fondo al tunnel – è oramai a portata di mano. Non è comunque il primo segnale per l’Italia, anche se forse è il più deciso arrivato finora. Il 19 luglio l’Istat aveva diffuso i dati sul fatturato di maggio dell’industria. Anche in questo caso l’indicatore era stato positivo. Rispetto al mese di aprile, che gia’ aveva segnato un incremento, l’indice aveva evidenziato un ulteriore incremento dello 0,1%. Ma una rondine non fa primavera. Subito, però, dopo pochi giorni un analogo segnale positivo era stato messo a segno dalle vendite al dettaglio nel settore del commercio. Un altro +0,1% al quale era poi seguita la diffusione, da Bruxelles, dell’indicatore della fiducia in Europa. A Luglio l’Economic Sentiment Indicator ha segnato un progresso di 1,2% trainato pero’ da un +2,9% dell’Italia. Insomma, si sono fatti numerosi i ”segnali” di una ripresa ormai dietro l’angolo.