Estendere il più possibile l’incentivo ai consumi per agganciare i primi segnali di ripresa che cominciano ad affacciarsi. Il bonus per sostenere la domanda sarà una delle misure clou del prossimo decreto di agosto, che il governo è impegnato a chiudere entro la settimana. E l’obiettivo è quello di dare una scossa alla domanda interna con un bonus che, oltre al conto di bar e ristoranti potrebbe alleggerire anche le spese per arredamento e calzature.

Il capitolo portante del nuovo decreto, che dovrebbe passare all’esame delle Camere dopo la breve pausa di Ferragosto, rimane il pacchetto lavoro: la protezione dei posti con una nuova proroga della cassa integrazione con causale Covid assorbirà circa la metà delle risorse, insieme alla nuova decontribuzione al 100% dedicata sia a chi fa rientrare dipendenti dalla cassa rinunciando all’ammortizzatore – lo sconto si attesterebbe sulle 4 mensilità – sia per chi dovesse fare nuove assunzioni da qui alla fine dell’anno. Poi “con la legge di Bilancio – assicura il viceministro all’Economia Laura Castelli  la misura potrà essere pianificata anche per gli anni successivi”. Intanto si potrebbero introdurre anche una fiscalità di vantaggio al Sud, cui sta lavorando il ministro Provenzano. L’idea resta quella di un abbattimento del 30% dei contributi previdenziali a carico delle imprese.

L’altro nodo ancora da sciogliere del pacchetto lavoro è quello della proroga del blocco dei licenziamenti: nelle prime bozze lo stop veniva prolungato fino a fine anno per tutti (la Cig invece sarebbe selettiva, con costi a carico di chi non ha avuto perdite), con l’eccezione di chiusure e fallimenti, ma si starebbe valutando quantomeno di aggiungere i casi di accordo con i sindacati per l’esodo volontario.

 Il lavoro di queste ore è tutto concentrato, però, sull’incentivo ai consumi: al Mise “ci lavoriamo da un mese” dice il sottosegretario Alessia Morani spiegando di avere illustrato la sua proposta al ministro Stefano Patuanelli e a quello dell’Economia, Roberto Gualtieri, che oltre alla ristorazione punta a sostenere anche altri “settori più in sofferenza come arredo, abbigliamento e calzature”. Morani parla di un “meccanismo di utilizzo semplice” che, però, ancora non sarebbe stato definito nei dettagli. Anche perché di proposte di ‘bonus’ sui consumi ce ne sono diverse: il ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini, punterebbe a incentivare tutti gli acquisti nei centri storici, indipendentemente dalla categoria merceologica, mentre Castelli, insieme al collega di partito e di governo Stefano Buffagni, guarderebbe a un sistema di rimborso di parte delle spese, da fare vale in tutta Italia, magari con una percentuale più elevata nei centri storici. Mentre sarebbe tramontata la proposta di Teresa Bellanova di un bonus per i ristoratori per gli acquisti agroalimentari, per sostenere la filiera italiana. Un aiuto arriverebbe comunque se si riuscisse a far ripartire la ristorazione in generale.

Si starebbe quindi lavorando a una proposta di sintesi che dovrebbe comunque passare per i pagamenti tracciabili, non solo per aumentare gli strumenti della lotta al contante ma anche per rendere pratico e soprattutto rapido il rimborso al cittadino-contribuente.