La Repubblica – Roberto Petrini

ROMA – Arrivano oggi con la riunione del Consiglio dei ministri le misure per risollevare il Paese allo stremo sotto l’attacco del coronavirus. Viste le dimensioni della crisi e il blocco totale dell’economia il pacchetto previsto inizialmente di circa 4 miliardi, raddoppiato a 7,5 miliardi nei giorni scorsi, potrebbe aumentare arrivando a 10 miliardi, come ha annunciato il ministro per lo Sviluppo economico, Stefano Patuanelli. Del resto di maggiori risorse, oltre i 7,5 miliardi, ha parlato l’altro ieri il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.

Stamattina il governo deciderà di quanto dovrà essere lo scostamento richiesto prima del voto delle Camere sulla Relazione che contiene la richiesta di innalzare gli obiettivi di finanza pubblica per quest’anno. L’asticella del deficit per il momento è stata portata dall’attuale 2,2 per cento del Pil al 2,5 per cento: la Commissione di Bruxelles ha risposto subito sì, sia per il clima generale sia perché si tratta di una circostanza di carattere così straordinario che le regole prevedono di non contabilizzare sul deficit strutturale tutte le spese per fronteggiare il virus. Così si potrebbe salire verso il 2,7-2,8 recuperando interamente 10 miliardi.

Un’operazione tuttavia che va condotta con una certa prudenza per evitare un effetto boomerang nei rapporti con la Commissione quando – si spera al più presto – l’emergenza finirà.

Stop ai mutui ma solo per i redditi più bassi
Forse è proprio la liquidità il problema più importante per le imprese in tempi difficilissimi come questi. La bozza del decreto parla non a caso di “sostegno alla liquidità delle famiglie e delle imprese tramite il sistema bancario”. Così si corre ai ripari per chi si trova all’improvviso senza le risorse per pagare mutuo o le tasse: si studia una moratoria generalizzata legata al reddito Isee, sotto i 30 mila euro. Chi perde il lavoro per almeno un mese avrebbe diritto alla sospensione per 18 mesi delle rate. Inoltre per le famiglie è prevista la semplificazione della legge Gasparrini per la sospensione della rata di mutuo ai cassaintegrati. Allo studio anche interventi per ammortizzare la volatilità dei prodotti assicurativi e finanziari. Quanto al fisco il tavolo è aperto: si sta studiando la sospensione dei versamenti delle ritenute fiscali e dei contributi previdenziali ma potrebbe entrare anche la sospensione delle rate delle “sanatorie”, la rottamazione-ter e il cosiddetto “saldo e stralcio”. In ballo anche l’estensione a tutto il territorio nazionale della sospensione e del rinvio dei termini degli adempimenti e delle scadenze fiscali.

Scuola e lavoro, voucher da 600 euro o congedi
Le scuole chiudono a causa del coronavirus e i figli diventano un grosso problema per chi deve andare al lavoro. Così per i genitori-lavoratori che devono affrontare la sospensione del servizio scolastico il governo lavora ad un intervento consistente. Sul tavolo ci sono tuttavia ancora due opzioni che costano tra i 650 e gli 800 milioni. La prima è un classico “congedo parentale per 12 giorni” con un 30 per cento di trattamento retributivo per redditi medio-alti e l’80-100 per i redditi bassi. La seconda opzione, in alternativa, è il voucher da 600 euro per pagare la babysitter ( e che sarà più sostanzioso per il personale infermieristico). Il congedo “sarà previsto per tutti i lavoratori dipendenti e per gli autonomi e si potrà usare in alternativa al voucher babysitter”, ha preannunciato la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo spiegando che si tratterà di una forma speciale di congedo dai 12 ai 15 giorni, e sarà esteso a chi ha figli fino ai 12 anni di età. Non sono previsti limiti di età per le famiglie che hanno figli disabili.
Imprese, moratoria sui crediti e sconto sui contributi
Come è già avvenuto per il turismo, fin dal primo emergere della crisi, per tutto il territorio nazionale, il decreto dovrebbe contenere aiuti diretti e indiretti alle imprese dei settori colpiti: in prima linea ci sono i trasporti, la logistica, gli spettacoli, il traffico aereo seguiti da una lunga fila che sta portando il paese in recessione come ha certificato ieri il presidente dell’Ufficio parlamentare di bilancio, Giuseppe Pisauro durante la sua audizione in Parlamento. Una delle ipotesi è che i rimborsi alle imprese arrivino attraverso il canale di uno “sconto” sui contributi previdenziali. Per quanto riguarda la liquidità, il governo è al lavoro con Abi e Bankitalia per costruire una ampia moratoria creditizia a favore delle imprese in modo da garantire parecchie decine di miliardi, probabilmente con parziale garanzia pubblica. È previsto anche un potenziamento del Fondo centrale di garanzia per le piccole e medie imprese e un rafforzamento di Confidi, il fondo di sostegno per le aziende sul territorio. Nel complesso il decreto dovrebbe stanziare circa 2 miliardi per il settore produttivo.
Lavoratori, cassa integrazione e fondi a mini imprese
L’operazione ammortizzatori sociali sta scattando. Riguarderà tutti i settori produttivi, su tutto il territorio nazionale. Saranno stanziati, secondo le cifre circolate ieri, circa 2 miliardi per il pacchetto ammortizzatori sociali. In primo piano la cassa integrazione in deroga (che riguarda soprattutto i settori scoperti da quella ordinaria, come i servizi e la logistica): sarà rifinanziata e potenziata. Sarà comunque ampliata anche la cassa integrazione ordinaria: sarà fatto attraverso l’introduzione di una procedura semplificata per le imprese che intendono adottarla e con un meccanismo di deroga al limite massimo consentito oggi di 24 mesi. Stanziati anche 500 milioni per il fondo per l’integrazione salariale per le micro-imprese da 5 a 15 dipendenti e per quelle, ancora più piccole, da 1 a 5. Conferme sono giunte ieri dalla ministra del Lavoro Nunzia Catalfo. Si lavora anche a misure per gli autonomi: saranno sospesi i versamenti dei contributi previdenziali e assistenziali e sarà prevista un’indennità per quelli più colpiti. “Stiamo studiando norme anche per gli stagionali del turismo”, ha detto la ministra.