Sulla Stampa il presidente di Confcommercio ribadisce che il passaggio dai ristori ai sostegni è stato un “bene, ma gli indennizzi devono tenere conto di ricavi in calo e costi fissi”. “Quando si spegne un’insegna viene meno un pezzo del futuro del Paese”.

C’era anche Sangalli, presidente di Confcommercio, in una delle piazze di Roma dove i commercianti si erano ritrovati per protestare. A 84 anni ha voluto guidare imprenditori e esercenti.

Da due mesi c’è un nuovo governo. Che cosa è cambiato per voi?

«Siamo in attesa di un cambiamento sempre più necessario. Serve, infatti, il pieno decollo della campagna di vaccinazione, del passaporto vaccinale. Ma occorre anche avere la consapevolezza dell’insostenibilità economica e sociale del modello del “più chiusure”. Chiediamo di riaprire, in sicurezza, certo. Ma con tutta l’urgenza che deriva dal sapere che quando si spegne un’insegna viene meno un pezzo del futuro del Paese».

In altre piazze ci sono stati scontri. Se la sente di escludere che ci fossero suoi iscritti tra i violenti?

«Noi siamo per il rispetto sempre e comunque della legalità. E lo abbiamo dimostrato in tutti questi mesi, in ogni angolo del Paese. Anche perché crediamo nel dialogo e nella proposta per sostenere concretamente gli imprenditori che sono allo stremo».

II governo ha fatto una scelta su che cosa aprire. Ha scelto le scuole. Che ne pensa?

«Riaprire le scuole è un segnale forte verso la normalità. Ed è anche andare incontro ai giovani, che insieme ai più anziani, sono quelli che hanno sofferto di più in quest’anno drammatico. Certo, era anche una occasione per far ripartire le attività commerciali, della ristorazione e della filiera turistica, che hanno investito per continuare a lavorare in sicurezza».

E sul versante degli aiuti economici?

«Il passaggio dai `ristori” ai “sostegni” registra l’archiviazione del sistema dei codici Ateco ed è un bene. Ma resta molto da fare per indennizzi che siano, al contempo, più adeguati e più inclusivi e che tengano conto sia delle cadute di fatturato che dei costi fissi. Per questo occorre procedere al più presto ad un nuovo e robusto scostamento di bilancio. Perché servono decisamente più risorse. per interventi per le locazioni commerciali alle moratorie fiscali e creditizie, dalle utenze alla Tari”.

Flavia Amabile

Dalla Stampa del 14 aprile 2021