“Lotta senza quartiere contro i paradisi fiscali”. E’ l’impegno che il premier, Enrico Letta, si e’ assunto di fronte ai dipendenti dell’Agenzia delle Entrate e di Equitalia. Prima di entrare nella sede di Via Cristoforo Colombo, il premier, accompagnato dal ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, e’ stato accolto dalle contestazioni di una ventina di lavoratori appartenenti all’Usb pubblico impiego Lazio. “Gli italiani che hanno portato soldi fuori dall’Italia – ha avvertito Letta parlando ai dipendenti delle Entrate – devono sapere che non e’ piu’ come cinque anni fa. Il clima internazionale e’ cambiato. Devono capire che conviene anche a loro riportare i soldi in Italia e pagare quanto devono. Non ci saranno piu’ coperture – ha insistito il premier – quelle che hanno consentito di portare” fuori dai confini “tanta ricchezza prodotta in Italia”. Fino a qualche anno fa, ha sottolineato, “nel nostro Paese, sul lassismo e l’evasione fiscale non si e’ parlato un linguaggio efficace. Solo da poco si parla di urgenza e di impossibilita’ di perdere tempo”. Il premier ha ringraziato i dipendenti dell’Agenzia per il compito che svolgono e ha assicurato che tutti i soldi che saranno recuperati dall’evasione saranno utilizzati per ridurre la pressione fiscale. In Italia, ha osservato, “le tasse sono troppo alte perche’ non tutti le pagano”. Letta ha paragonato l’evasione fiscale al “doping” ricordando che uno degli effetti e’ la perdita della competitivita’. L’Italia, ha detto, “e’ un paese in cui l’economia in nero e’ quantitativamente importante, distorce la concorrenza e produce inefficienza”. E ha puntato il dito anche contro la “faciloneria” con cui si usano le risorse pubbliche senza verificarne l’uso corretto. Un affondo condiviso dal direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, che ha ricordato che il peggiore avversario dell’amministrazione fiscale non sono tanto gli evasori quanto chi “dilapida il denaro pubblico”. Il direttore delle Entrate, nel ringraziare il premier e Saccomanni, ha spiegato che la loro presenza nella sede dell’Agenzia “rafforza la motivazione a operare nell’interesse del Paese per dare risposta all’evasione fiscale che danneggia la credibilita’ e la competitivita’ dell’Italia”. Saccomanni ha espresso “forte sostegno” ai dipendenti dell’Agenzia e ha sottolineato che e’ necessario “un rapporto civile tra fisco e contribuenti”. Il ministro ha annunciato che il suo dicastero in collaborazione con l’Agenzia e la Guardia di Finanza, pubblichera’ un libro bianco sulla lotta all’evasione fiscale. Il responsabile dell’Economia ha sottolineato come anni fa l’Italia fosse “abbastanza isolata” nella lotta all’evasione fiscale e come oggi, invece, ci sia “una sostanziale identita’ di vedute nel G20 e anche la Svizzera sia pronta a cooperare su questo fronte”. A fornire i numeri della lotta all’evasione e’ stato lo stesso Befera ricordando che l’attivita’ di recupero fa rientrare nelle casse dello Stato 12,5 miliardi (nel 2007 incassavamo circa 6,5 miliardi) e che ogni euro speso per il funzionamento dell’Agenzia rende allo Stato 4,5 euro mentre nel 2007 ne produceva 2,2. Quanto a Equitalia, Befera ha tenuto a sottolineare l’efficientamento dell’attivita’ di riscossione che “forse e’ stata una delle cause dell’avversione, talvolta violenta, alla struttura”. Il direttore delle Entrate ha spiegato che da “quando l’attivita’ di riscossione coattiva e’ stata ricondotta in ambito pubblico gli incassi sono aumentati dai 3,8 miliardi di euro del 2005 agli oltre 7,5 miliardi del 2012”.
