“Il Piano affronta con maggiore dettaglio il tema della riforma della giustizia, fa solo cenno al mercato del lavoro, con riferimento alla riforma degli ammortizzatori sociali, e fa altri cenni in materia di maggiore concorrenza e di riforma della Pubblica amministrazione e del sistema fiscale. Nel complesso è poco. E’ poco per la stima di impatti significativi e durevoli delle riforme, ed è poco rispetto al riconosciuto ruolo catalizzatore delle riforme rispetto al Piano nel suo complesso. E’ necessario un intervento complessivo sul sistema tributario che escluda il cambiamento di tasse una alla volta”. Lo ha detto Lino Stoppani, vicepresidente di Confcommercio, in audizione davanti alle  commissioni Bilancio e Politiche Ue del Senato nell’ambito dell’esame della Proposta di Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).

“Ribadiamo la necessità di investire sull’economia del terziario di mercato, particolarmente colpita dall’impatto dell’epidemia. Si pensi a un progetto di resilienza per il modello italiano di pluralismo distributivo. Inoltre, il Piano non prende in considerazione il lavoro autonomo professionale“, ha proseguito Stoppani aggiungendo che “per gli effetti sulla crescita, le quantificazioni sembrano prudenziali anche secondo le ultime stime. Vanno sottolineate le criticità sul ciclo di attivazione degli investimenti pubblici nel nostro Paese, il che rende davvero opportuna la prudenza, e l’esigenza del rilancio degli investimenti privati in una prospettiva di necessario cambiamento”.


Urgente, infine, il rilancio del turismo, accanto a “un progetto per la resilienza del modello italiano di pluralismo distributivo chiamato al confronto con le sfide della multicanalità e del rinnovamento del rapporto con territori e città, anche  secondo un concetto di ‘rigenerazione urbana’ che si integri compiutamente con le ragioni della rivitalizzazione del tessuto economico e sociale”.