Questa è la bottiglia contestata dalla Polizia Municipale, che ha provveduto a sequestrare altri esemplari ad un operatore del mercato di Porta Palazzo che vende articoli per la casa e per l’igiene della persona.
Il sequestro, che può avere conseguenze penali con l’arresto sino a sei mesi, si basa su una interpretazione del decreto legislativo 73/92 che prevede: “Chiunque fabbrica, immette sul mercato, commercializza, importa od esporta prodotti che, pur non essendo alimentari, hanno forma, odore, aspetto, imballaggio, etichettatura, volume o dimensioni tali da farli apparire come prodotti alimentari così da determinare il rischio che siano ingeriti o succhiati con pericolo per la salute dei consumatori, è punito, salvo che il fatto costituisca più grave reato, con la pena dell’arresto sino a sei mesi o dell’ammenda da lire duecentocinquantamila a lire due milioni”.
La bottiglia della fotografia quindi, pur recando chiaramente la dicitura “sapone liquido”, pur avendo un colore verdognolo, pur avendo ovviamente l’odore tipico, pur essendo venduta su un banco di prodotti chiaramente non alimentari, è stata considerata ambigua (“può sembrare latte” ha ipotizzato la Polizia Municipale).
A questo punto tutti i prodotti venduti in un contenitore a forma di bottiglia che non siano alimentari sono vietati? Vietati a chi? Al produttore stesso? Al grossista? Al dettagliante? A tutti? Esiste veramente qualcuno che corra il rischio di ingerire per errore un detersivo credendolo una bibita?
Oltre al sapone liquido, che dire allora dell’alcol denaturato o dei solventi venduti in bottiglia? Si potrebbe pensare che questa interpretazione consideri invece la tutela dei bambini, ma neppure in questo caso l’ipotesi regge, perché è compito dei genitori vigilare e porre in sicurezza le sostanze nocive.
Per evitare ripercussioni su larga scala, Fiva ha indirizzato una lettera contenente richieste di chiarimenti all’Assessore Mangone, al Dirigente Mangiardi e per conoscenza al Comandante della Polizia Municipale Gregnanini.