Approdano davanti alle telecamere della Web car de La Stampa i guai di quello che un tempo era il mercato all’aperto più grande d’Europa: Porta Palazzo. Oggi, è sempre ai primi posti di questa speciale classifica, ma non vanta più quel primato. E neanche la Sindone ha portato da queste parti i benefici che in tanti si aspettavano.
I mille guai del quartiere
I problemi di questo mercato – raccontati in un serrato confronto tra operatori e clienti, davanti alle telecamere della Web car – non sono però gli unici di questo spicchio di città, uno dei primissimi a sperimentare le difficoltà dell’integrazione. Confermando che il quartiere continua ad essere una zona che soffre di molti guai. Tra questi anche una diffusa sensazione, e non soltanto, di degrado e un non trascurabile problema di microcriminalità Ma che ha punte preoccupanti nello spaccio di sostanze stupefacenti. Per riassumere: l’impressione generale di chi si alterna ai microfoni – sia che si parli di commercio, oppure che si discuta di decoro urbano – è che talvolta manchi l’appoggio dell’amministrazione comunale. Marco Fasciola, storico commerciante di Galleria Umberto I – che è un esempio virtuoso e positivo degli sforzi di rilancio della zona – spiega: «I banchi smontano alle 13 sono anacronistici. Bisogna che il Comune sperimenti l’apertura pomeridiana anche durante la settimana, non soltanto il sabato».
La sporcizia diffusa
E se per il presidente della Circoscrizione Sette Emanuele Durante, Porta Palazzo sarà la cartolina della Torino del futuro, non sono molti pensano che il quartiere e Piazza della Repubblica, così come sono, possano diventare la miglior fotografia di Torino. I portoni scambiati per orinatoi, i bivacchi agli angoli delle strade, le bottiglie abbandonate per terra sono soltanto uno dei tanti aspetti della stessa questione. Il disagio. Secondo Carmelo Lavuri, vice presidente dell’Associazione Commercianti Riuniti di Porta Palazzo, le condizioni per lo sviluppo futuro non ci sono. «Ma c’è troppa criminalità, soprattutto spaccio e ricettazione di merce rubata. I frequentatori del mercato e i residenti, che camminano con una mano in tasca e una sul portafoglio, si aspettano delle risposte dall’amministrazione».
Serve un cambio di passo
«Non si possono fare grandi progetti e sperimentazioni se prima non si risolvono i problemi», tuona Dario Moriondo, un residente del quartiere. Che aggiunge: «I furti stanno piegando chi vive qui, e poi ci sono gli scippi di giorno e di notte. Queste sono piaghe che bisogna cercare di risolvere».